La notte è lunga e fa veramente paura se tutte le ombre si sono fatte veli che ti avvolgono cercando di soffocarti.
Questo pensava Lena, seduta su una poltroncina nella stanzetta d'ospedale davanti alla grande finestra, mentre il temporale sfogava finalmente la sua ira su quella parte del mondo.
I lampi illuminavano a tratti la stanza rendendo il colore bianco delle lenzuola pozze di luce intermittenti nelle quali il viso di suo fratello risaltava come un Cristo in croce.
Un corpo quasi scheletrico, legato quasi fosse un leone, tubicini dal quale passano speranze di vita.
Una vita al margine, da sempre, questo dicono i tuoni, scelte di una vita randagia e senza regole, ora c'è la resa dei conti.
Lena si sente fatta a strati, ogni velo che si toglie sono ricordi.
Le lacrime scivolano con facilità su quegli anni fatti di dolore famigliare, la mamma e il papà, andati, quanto dolore per questo figlio, di sicuro il più amato perché il più fragile.
Quante speranze quando è nato, Lena si chiude le mani sul collo quasi a trattenere un singhiozzo, ricorda ancora le lacrime di suo padre, un maschio, era nato IL MASCHIO!
Ma quante lacrime ha visto poi con gli anni sul viso di suo padre per quel figlio, mai di gioia, solo di dolore.
Quante giustificazioni, quante colpe date a se stesso per trovare un motivo per continuare a dare ancora e sempre.
Lena guarda quel viso così simile a suo padre e si sente mamma di quel fratello così sfortunato.
Sicuramente ognuno fa la scelta di vivere come vuole, ma forse c'è chi è nato già predestinato, lo guarda e pensa al medico della rianimazione, alle sue parole.
- Suo fratello ha la mia età, la mia generazione ha fatto la guerra, una sporca guerra chiamata eroina, un esercito di ragazzi ne è morto, un esercito continua a morirne e con loro le loro famiglie ...-
Già, anche le famiglie ne escono distrutte, non basta l'amore, a volte ci vuole di più....
I veli cadono uno a uno, Lena si sente vecchia e sola, si avvicina al letto e tenta una timida carezza, sa che l'accompagnerà fino a dove potrà..
La mano indugia su quel viso coperto di cerotti e dal respiro pesante, le dita raccolgono una lacrima scesa lungo la barba ispida, una lacrima solitaria o forse no.
Le piace pensare che siano mille le lacrime che scorrono dentro al cuore di questo uomo, purificandolo e rendendolo degno del perdono per accedere a un Paradiso se veramente esiste.....